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Il libro ripropone come titolo una locuzione di Giuseppe de Finetti, singolare figura di studioso della città e del territorio milanese, architetto, urbanista e pubblico amministratore che, in quella veste, fu promotore di iniziative imprenditoriali per la rinascita - dopo le distruzioni belliche della Fiera di Milano e dell'Aeroporto intercontinentale di Lombardia e Malpensa. Esso vuole con ciò riaffermare, ad oltre cinquant'anni dalla sua morte, la perdurante attualità del suo punto di vista complessivo sui caratteri insediativi anche di fronte al sempre più vasto diffondersi di estese trasformazioni di parti del territorio milanese urbano e metropolitano, conseguenti al mutamento di un modello produttivo e spesso guidate solo da fortune più o meno arrembanti o tutelate che si affidano alla effimera ma pervasiva mondanità di uno star system della progettualità architettonica improntato dalla globalizzazione mediatica dell'immagine.